wtorek, 6 października 2015

Fettuccine alla papalina

Benissimo, questo è il mio primo post (e forse sarà anche l'ultimo dopo che i romani avranno assaggiato la mia preparazione...) e visto che mi è stato proposto di cimentarmi con la cucina locale.... locale sia!!!!Premetto che sono triestina, mi avvicino al centro Italia grazie a mio padre che è toscano, non so se conta il fatto che lavoro per un'amministrazione che ha sede nella capitale, ma...insomma....io ci provo!!!! Ciò che conta è che amo mangiare, quindi dovrei offrire sufficienti garanzie.... inizio con un piatto assaggiato per la prima volta nel lontanissimo anno in cui feci la gita scolastica di quinta superiore, quando le gite erano ancora un piacere e non un mero obbligo lavorativo, ma è un sapore che mi è sempre rimasto nel cuore e che ora, che finalmente ho imparato a cucinare decentemente, voglio riassaggiare!!! Udite udite.... le FETTUCCINE ALLA PAPALINA!!!!Noi in casa siamo in tre, di cui uno di larghi appetiti più un cane che non disdegna, quindi vado con la solita dose per quattro persone:400 g. di fettuccine100 g. di prosciutto crudo100 g. di burro1 cipolla130 g. di piselli100 g. di parmigiano (se poi usate il pecorino non è che gli faccia male...)2 uovaolio, panna, sale e pepe q.b.Inizio a tagliare il prosciutto a listarelle (tirandomi le orecchie da sola perchè rischio di finirmelo tutto prima di arrivare al tegame), taglio la cipolla fine fine (altrimenti mio figlio me la tira dietro), sbatto le uova con un po' di sale e grattugio il parmigiano (insisto nel sostenere che il pecorino è tutt'altra cosa, quindi confesso la bugia e vi dico chiaro e tondo che ho usato il pecorino...slurppp....altra autodisciplina per non farmelo fuori tutto!).Mentre a parte porto l'acqua per la pasta ad ebollizione, in un tegame lascio il burro a sciogliere e aggiungo la cipolla, il prosciutto e i piselli e, solo al momento di scolare la pasta, aggiungo le uova sbattute, il formaggio grattugiato, la panna e aggiungo sale e pepe a gusto... a questo punto il nostro fantastico sughetto pieno di colesterolo (ma saporitissimo) è pronto e passo a versare la pasta nella padella, una breve rimescolata delicatissima ed è pronta da impiattare.... non è certamente un piatto adatto alla stagione calda in cui siamo ora, ma quassù al nord fa ancora sufficientemente fresco per giustificare la golosità della sottoscritta che finalmente ha ritrovato un sapore mai dimenticato.Oserei anche aggiungere (ora che ho qualche anno in più e apprezzo il "bere bene e con saggezza") che accompagnerei questo primo piatto con un bianco di Ariccia (nonostante la mia passione per i rossi corposi)... un pranzo perfetto sulle scie dei ricordi...Ora, dopo avervi allietato (speriamo...) con la mia cucina, aggiungo ancora un paio di cose a completamento di questo viaggio nella memoria dei miei diciott'anni perchè è un ricordo pieno di poesia, è un ricordo legato alla scoperta di una città bellissima, dell'arte e della storia... sono dei piccoli scatti che risalgono a molti anni fa, ma rammento la struggente sensazione provata mentre, seduta nell'autobus, ammiravo il tramonto sul Lungotevere, come l'istante in cui, all'ingresso di S.Pietro in Vincoli rimasi senza fiato per lo splendore della chiesa (già allora ero innamorata dell'arte) e la sera in cui girammo per tutti i vicoli di Trastevere e cenammo in una vecchissima trattoria dove un anziano signore ci preparò la pasta più buona del mondo chiedendo pochissimi spiccioli ed elargendo tanta umanità. Questa è la mia "prima Roma", immagine sempre rimasta nel mio cuore e mai sciupata dalla "Roma lavorativa" di oggi, quella vissuta solo con la stanchezza dei corsi di aggiornamento e con l'angoscia degli esami di qualificazione professionale.... resta il ricordo vivo di una città viva nel presente, ma fortemente legata alla tradizione, alla storia e, soprattutto, alla sana e saporita cucina del "ientaculum", del "prandium" e della "coena".Potete leggere questo articolo anche su Ristoranti Roma.

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